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CASS TRIB FERMO SEQUESTRO PROBATORIO DEVE ESSERE  MOTIVATO

CASS  TRIB FERMO SEQUESTRO PROBATORIO DEVE ESSERE  MOTIVATO sulla ragione per cui i beni sequestrati dovrebbero essere considerati parte del reato o correlati ad esso

NEL SEQUESTRO PENALE OCCORRE L’INDICAZIONE DEL PERCHE’ I BENI I N SEQUESTRO DOVREBBERO ESSERE INERENTI AL REATO

Con sentenza n. 46130 del 15 novembre 2023, la Corte di Cassazione penale ha evidenziato che la mera citazione degli articoli di legge non è sufficiente per giustificare il sequestro probatorio, a meno che non vengano forniti dettagli sulla condotta in questione, sulla ragione per cui i beni sequestrati dovrebbero essere considerati parte del reato o correlati ad esso, nonché sull’obiettivo probatorio perseguito. La sentenza n. 46130 del 16 novembre 2023 della Corte di Cassazione affronta il tema dell’obbligo di motivazione nei decreti di sequestro probatorio. La Corte ha stabilito che l’autorità giudiziaria deve spiegare l’astratta configurabilità del reato ipotizzato in relazione agli elementi disponibili, non per valutare la fondatezza dell’accusa, ma per giustificare la necessità di ulteriori indagini che richiedono il sequestro del bene. È necessario rappresentare le concrete risultanze processuali e spiegare la congruenza dell’ipotesi di reato rispetto ai fatti da accertare. Un’ipotesi astratta di reato deve essere configurata per giustificare il sequestro e il nesso di pertinenza probatoria tra il bene e il reato. Nel caso specifico, il sequestro e il decreto di perquisizione erano carenti nella descrizione fattuale della fattispecie, limitandosi a un richiamo generico agli articoli 474 e 648 del codice penale, senza indicare concretamente i reati attribuiti all’indagato, la condotta contestata, i beni sequestrati e le coordinate spazio-temporali dei reati. Tale carenza motivazionale rende il sequestro meramente esplorativo, non soddisfacendo l’obbligo di motivazione richiesto. La Corte ha concluso che l’obbligo di motivazione del decreto di sequestro probatorio deve essere modulato in relazione al fatto ipotizzato, al tipo di illecito, alla relazione tra i beni e il reato, e alla natura del bene da sequestrare, non essendo sufficiente il mero richiamo agli articoli di legge senza una descrizione dei fatti e delle ragioni per cui i beni sequestrati sono considerati corpo del reato o pertinenti ad esso.

Questa pronuncia sottolinea l’importanza di una motivazione dettagliata e concreta nei decreti di sequestro probatorio, al fine di garantire il diritto di difesa e prevenire l’adozione di misure ablative prive di una solida base giuridica. La Corte evidenzia che la motivazione deve essere adeguata e sufficiente per consentire un controllo sulla legalità del provvedimento e sulla durata dello stesso, assicurando il rispetto del principio di proporzionalità tra le finalità probatorie-cautelari e la tutela dei diritti individuali coinvo

Nel caso specifico, il Tribunale di Fermo aveva rigettato un’istanza di riesame avverso un decreto di convalida di perquisizione e sequestro emesso dal pubblico ministero su beni legati a presunti reati di commercio di prodotti falsi e ricettazione.

Nel ricorso per Cassazione, tra i motivi di doglianza veniva lamentata l’omessa motivazione nel decreto di convalida rispetto alla condotta contestata. Secondo la difesa, il giudice si era limitato a menzionare le violazioni di legge senza fornire una descrizione chiara della condotta criminosa ipotizzata, inclusi dettagli spazio-temporali, la natura dei beni da sequestrare e la loro relazione con l’ipotesi criminosa.