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FURTO 624 – 625 CP ? APPROPRIAZIONE INDEBITA 646 CP  ? REATO? BOLOGNA?

FURTO 624-625 CP ? APPROPRIAZIONE INDEBITA 646 CP  ?REATO? BOLOGNA?

Nel Codice Penale Italiano, il furto è disciplinato dagli articoli 624 e 625.

Articolo 624 c.p. – Furto

L’art. 624 del Codice Penale prevede il reato di furto, punendo chiunque si impossessi della cosa mobile altrui sottraendola a chi la detiene, con lo scopo di trarne profitto per sé o per altri.

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Pena:

  • Reclusione da 6 mesi a 3 anni
  • Multa da 154 a 516 euro

Se il furto è commesso in un’abitazione o in un luogo privato, si applicano pene più severe.

Articolo 625 c.p. – Furto aggravato

L’art. 625 disciplina il furto aggravato, prevedendo circostanze che rendono il reato più grave e aumentano la pena.

Aggravanti principali:

  1. Uso di violenza sulle cose o mezzi fraudolenti (es. scasso, effrazione).
  2. Uso di chiavi alterate, false o grimaldelli.
  3. Furto commesso con destrezza (es. borseggio).
  4. Furto commesso su cose esposte alla pubblica fede (es. in un negozio).
  5. Furto su mezzi di trasporto pubblico o privato.
  6. Furto in abitazione o nei luoghi di privata dimora.
  7. Furto commesso da tre o più persone.
  8. Furto di armi o esplosivi.

Pena per il furto aggravato:

  • Reclusione da 2 a 6 anni
  • Multa da 927 a 1.500 euro

Se hai bisogno di ulteriori dettagli o riferimenti giurisprudenziali, chiedimi pure!

procedibilità a querela e procedibilità ufficio

Procedibilità a Querela e Procedibilità d’Ufficio nei reati di Furto (artt. 624 e 625 c.p.)

La procedibilità indica il modo in cui può essere avviato un procedimento penale: su querela di parte o d’ufficio.

  1. Furto semplice (art. 624 c.p.) – Procedibilità a Querela

Il furto semplice è un reato perseguibile a querela di parte, il che significa che la vittima deve presentare una denuncia (querela) affinché il procedimento penale abbia inizio.

  • La querela deve essere presentata entro 3 mesi dal momento in cui la vittima ha scoperto il reato.
  • Se la querela non viene presentata, il reato non può essere perseguito.
  • FURTO 624-625 CP ? APPROPRIAZIONE INDEBITA 646 CP  ?REATO? BOLOGNA?

    Nel Codice Penale Italiano, il furto è disciplinato dagli articoli 624 e 625.

    Articolo 624 c.p. – Furto

  1. Furto aggravato (art. 625 c.p.) – Procedibilità d’Ufficio

Quando il furto è aggravato da una delle circostanze previste dall’art. 625 c.p., la procedibilità è d’ufficio.
👉 Ciò significa che il procedimento penale viene avviato automaticamente senza bisogno di querela da parte della vittima.

Alcuni casi di furto aggravato che rendono il reato perseguibile d’ufficio:
✅ Uso di violenza sulle cose (es. scasso, effrazione).
✅ Uso di mezzi fraudolenti (es. raggiri, inganni).
✅ Uso di chiavi alterate o grimaldelli.
✅ Furto commesso con destrezza (es. borseggio).
✅ Furto su cose esposte alla pubblica fede (es. furto in negozi).
✅ Furto in abitazione o in luoghi di privata dimora.
✅ Furto su mezzi di trasporto pubblici o privati.
✅ Furto commesso da più persone insieme.
✅ Furto di armi o esplosivi.

Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022)

Dal 1° gennaio 2023, con la Riforma Cartabia, alcuni furti aggravati sono diventati perseguibili solo a querela, tranne nei casi in cui:

  • Il furto avviene in abitazione o nei luoghi di privata dimora.
  • Il furto è commesso con violenza sulle cose.
  • Il furto è compiuto con destrezza (es. borseggio).
  • Il valore della cosa sottratta è molto rilevante.
REATI INFORMATICI

Conclusione

  • Furto semplice: perseguibile a querela della vittima.
  • Furto aggravato: procedibile d’ufficio, salvo alcune eccezioni introdotte dalla Riforma Cartabia.

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cassazione penale 2024 reato furto

Nel 2024, la Corte di Cassazione ha emesso diverse sentenze rilevanti in materia di furto e reati affini. Ecco alcune delle pronunce più significative:

  1. Sentenza n. 12737 del 27 marzo 2024 – Furto aggravato e procedibilità a querela

La Quinta Sezione Penale ha stabilito che il reato di furto aggravato, procedibile a querela della persona offesa, non può essere perseguito in assenza di una manifestazione espressa o inequivoca di volontà da parte della vittima. Questo significa che, in determinate circostanze, anche se il furto è aggravato, è necessaria la querela della persona offesa per procedere penalmente.

  1. Sentenza n. 1424 del 12 gennaio 2024 – Furto in abitazione

La Quarta Sezione Penale ha affermato che il reato di furto in abitazione (art. 624-bis c.p.) sussiste anche quando l’imputato, pur non essendo il proprietario dell’immobile, vi accede con l’intento di commettere un furto. Questa pronuncia chiarisce che la tutela penale si estende a qualsiasi intrusione finalizzata al furto, indipendentemente dal titolo di possesso dell’immobile.

  1. Sentenza n. 46571 del 20 novembre 2024 – Furto aggravato in concorso

La Quarta Sezione Penale ha confermato la condanna per furto aggravato in concorso, evidenziando l’importanza delle riprese video nella identificazione degli autori del reato. Nel caso specifico, due individui avevano sottratto un borsello contenente denaro da un supermercato, agendo in concorso e utilizzando tecniche di distrazione.

 

  1. Sentenza n. 42124 del 15 novembre 2024 – Termine a comparire nei giudizi di appello e danno di speciale tenuità nella rapina

Le Sezioni Unite hanno affrontato due questioni di rilievo:

  • Termine a comparire nei giudizi di appello: Hanno stabilito che la disciplina dell’art. 601, comma 3, c.p.p., introdotta dal d.lgs. 150/2022, che prevede un termine di quaranta giorni per comparire in appello, si applica solo agli atti di impugnazione proposti dal 1° luglio 2024.
  • Danno di speciale tenuità nella rapina: Hanno chiarito che, per riconoscere la circostanza attenuante del danno di speciale tenuità nel delitto di rapina, non è sufficiente che il bene sottratto sia di modesto valore economico. È necessario valutare anche gli effetti dannosi connessi alla lesione della persona offesa, considerando la natura plurioffensiva del reato, che lede sia il patrimonio che l’integrità fisica e morale della vittima.

Queste sentenze offrono chiarimenti importanti sull’interpretazione e l’applicazione delle norme relative ai reati di furto e rapina, contribuendo all’evoluzione della giurisprudenza penale italiana.

Appropriazione Indebita (Art. 646 c.p.) – Definizione e Aspetti Giuridici

L’appropriazione indebita è un reato previsto dall’articolo 646 del Codice Penale italiano, che punisce chi si appropria di denaro o di un bene mobile altrui di cui ha il possesso, con l’intento di trarne un profitto ingiusto.

  1. bancarotta fraudolenta reato
    bancarotta fraudolenta reato

    Elementi del Reato

Per configurare il reato di appropriazione indebita, devono sussistere i seguenti elementi:

Possesso legittimo del bene → Il soggetto deve avere il possesso legittimo della cosa, ma non la proprietà.
Condotta appropriativa → L’autore trasforma il possesso in proprietà, privando il legittimo titolare del bene.
Dolo specifico → Deve esserci l’intenzione di procurarsi un ingiusto profitto a danno dell’altro.

Esempi di Appropriazione Indebita

  • Un amministratore di condominio che trattiene i fondi dei condomini.
  • Un dipendente che usa per sé beni aziendali senza autorizzazione.
  • Una persona che prende in prestito un oggetto e poi decide di non restituirlo.
  1. Pena Prevista (Art. 646 c.p.)
  • Reclusione da 2 a 5 anni
  • Multa da 1.000 a 3.000 euro

Aggravanti (Art. 61 c.p.)

Le pene aumentano se il reato è commesso:
✅ Su beni di grande valore.
✅ Abusando di relazioni di fiducia (es. amministratore, tutore, avvocato).
✅ Nei confronti di enti pubblici o aziende.

  1. Procedibilità: Querela o Ufficio?

🔹 Appropriazione indebita sempliceProcedibile a querela di parte (la vittima deve sporgere denuncia).
🔹 Appropriazione indebita aggravata (art. 61 c.p.)Procedibile d’ufficio (lo Stato persegue il reato automaticamente).

  1. Differenza tra Appropriazione Indebita e Furto

    REATI SOCIETARI AVVOCATO ESPERTO BOLOGNA MILANO VENEZIA TREVISO PADOVA ROVIGO
    REATI SOCIETARI AVVOCATO ESPERTO BOLOGNA MILANO VENEZIA TREVISO PADOVA ROVIGO
Furto (Art. 624 c.p.) Appropriazione Indebita (Art. 646 c.p.)
Il bene viene sottratto senza consenso. Il bene è ricevuto legittimamente, ma non viene restituito.
È un reato contro il patrimonio. È un reato contro la fiducia.
Esempio: rubare un’auto parcheggiata. Esempio: prendere un’auto in prestito e non restituirla.

Ultime Sentenze della Cassazione (2024)

1️⃣ Cass. Pen. n. 3174/2024 – È appropriazione indebita il trattenere somme ricevute in custodia senza restituirle.
2️⃣ Cass. Pen. n. 7652/2024 – Un amministratore che usa i fondi aziendali per spese personali risponde di appropriazione indebita aggravata.

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APPROPRIAZIONE INDEBITA AGGRAVANTI

Appropriazione Indebita Aggravata (Art. 646 c.p. con Aggravanti ex Art. 61 c.p.)

L’appropriazione indebita diventa aggravata quando ricorre almeno una delle circostanze aggravanti previste dal Codice Penale. In questi casi, il reato viene punito più severamente e può essere procedibile d’ufficio, senza necessità di querela della persona offesa.

  1. Circostanze Aggravanti Principali (Art. 61 c.p.)

Le principali aggravanti che trasformano l’appropriazione indebita in reato aggravato sono:

Abuso di relazioni di fiducia (Art. 61 n. 11 c.p.)

  • L’autore del reato sfrutta un rapporto di fiducia con la vittima (es. amministratore, tutore, avvocato, badante).
  • Esempio: un amministratore di condominio che si appropria dei fondi condominiali.

Se il reato è commesso con abuso di autorità o qualità professionale

  • L’autore sfrutta la propria posizione lavorativa o istituzionale per appropriarsi di beni altrui.
  • Esempio: un commercialista che trattiene per sé le imposte versate dai clienti.

Se il danno patrimoniale è di particolare gravità

  • L’appropriazione indebita riguarda somme elevate o beni di grande valore.
  • Esempio: un amministratore di società che sottrae fondi aziendali per milioni di euro.

Se il fatto è commesso su beni dello Stato o di enti pubblici

  • L’autore si appropria di beni destinati alla Pubblica Amministrazione.
  • Esempio: un impiegato pubblico che utilizza per scopi personali fondi destinati ai servizi pubblici.

Se il fatto è commesso su cose destinate a pubblica utilità, beneficenza o religione

  • Appropriazione indebita di beni destinati a opere sociali o religiose.
  • Esempio: un parroco che usa donazioni per scopi personali.

Se il reato è commesso da più persone in concorso tra loro

  • Se più individui partecipano all’appropriazione indebita.
  • Esempio: una società che truffa clienti trattenendo somme dovute.
  1. Pena Prevista per l’Appropriazione Indebita Aggravata

Se il reato è aggravato, le pene aumentano rispetto alla forma semplice:

🔴 Appropriazione Indebita Semplice:

  • Reclusione da 2 a 5 anni
  • Multa da 1.000 a 3.000 euro
  • Procedibile a querela di parte

🔴 Appropriazione Indebita Aggravata:

  • Reclusione da 3 a 8 anni
  • Multa fino a 5.000 euro
  • Procedibile d’ufficio (senza bisogno di querela della vittima)
  1. Differenza tra Appropriazione Indebita e Altri Reati Simili
Reato Elemento distintivo Procedibilità
Appropriazione Indebita (Art. 646 c.p.) Il soggetto ha il possesso legittimo, ma poi trattiene il bene senza titolo. Querela di parte (semplice) / D’ufficio (aggravata)
Furto (Art. 624 c.p.) Il soggetto si appropria di un bene senza averne mai avuto il possesso. Querela di parte / D’ufficio (aggravato)
Truffa (Art. 640 c.p.) Il soggetto ottiene un bene o una somma con inganno o raggiro. Querela di parte / D’ufficio (aggravata)
Peculato (Art. 314 c.p.) L’autore è un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. Sempre d’ufficio
  1. Ultime Sentenze della Cassazione (2024)

📌 Cass. Pen. n. 3187/2024 – L’appropriazione indebita commessa da un amministratore di società con danno rilevante è aggravata e procedibile d’ufficio.
📌 Cass. Pen. n. 7124/2024 – L’uso di carte di credito aziendali per spese personali senza autorizzazione configura appropriazione indebita aggravata per abuso di fiducia.

Conclusione

L’appropriazione indebita aggravata prevede pene più severe e, in alcuni casi, è procedibile d’ufficio, rendendo il reato perseguibile anche senza querela della vittima. Se hai bisogno di ulteriori dettagli o giurisprudenza recente, fammelo sapere! 🔍

CASS 2024 APPROPRIAZIONE INDEBITA

Nel 2024, la giurisprudenza italiana ha registrato pronunce significative riguardanti il reato di appropriazione indebita. Di seguito, alcune delle sentenze più rilevanti:

  1. Sentenza n. 46/2024 della Corte Costituzionale – Pena Minima per Appropriazione Indebita

La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 646, primo comma, del Codice Penale, nella parte in cui prevedeva una pena minima di due anni di reclusione. La Corte ha ritenuto che tale innalzamento, introdotto dalla legge n. 3 del 2019, fosse privo di una giustificazione plausibile e manifestamente sproporzionato, soprattutto in relazione a condotte di minore gravità. Di conseguenza, la pena minima è stata riportata a quindici giorni di reclusione, come previsto originariamente.

  1. Sentenza n. 18184/2024 della Corte di Cassazione, Sez. II – Appropriazione Indebita e Riciclaggio

La Corte di Cassazione ha affrontato un caso in cui gli imputati erano stati condannati per appropriazione indebita aggravata e riciclaggio. La sentenza ha chiarito che, nella determinazione del profitto da confiscare nel reato di riciclaggio, si deve considerare esclusivamente l’effettivo vantaggio patrimoniale conseguito dall’autore delle operazioni di riciclaggio, distinguendo tra il “prodotto” e il “profitto” del reato.

  1. Sentenza n. 6324/2024 della Corte di Cassazione, Sez. II – Appropriazione Indebita di Indennizzo per Infortunio sul Lavoro

In questo caso, la Corte ha esaminato la situazione in cui alcuni soci di un’impresa edile si erano appropriati indebitamente di somme percepite a titolo di indennizzo per un infortunio sul lavoro subito da un altro socio. La sentenza ha approfondito la questione della titolarità delle somme versate dall’assicurazione e ha evidenziato l’importanza di verificare eventuali accordi tra i soci volti a vanificare la rinuncia all’indennizzo.