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640 CP :TRUFFA, TRUFFA CONTRATTUALE

Il reato di truffa è disciplinato dall’art. 640 del Codice Penale Italiano. Si tratta di un reato contro il patrimonio che viene commesso da chi, mediante artifizi o raggiri, induce qualcuno in errore, procurandosi un ingiusto profitto con altrui danno.

REATI INFORMATICI

Elementi costitutivi del reato di truffa:

  1. Artifizi o raggiri: Il truffatore utilizza inganni o mezzi fraudolenti per ingannare la vittima.
  2. Induzione in errore: La vittima viene portata a credere a una situazione falsa o a compiere azioni contrarie ai propri interessi.
  3. Danno patrimoniale: La vittima subisce un danno economico a favore del truffatore.
  4. Ingiusto profitto: Il truffatore ottiene un guadagno o un vantaggio che non gli spetta.

Pene previste:

  • Truffa semplice: Reclusione da 6 mesi a 3 anni e multa da 51 a 1.032 euro.
  • Truffa aggravata: Se la truffa viene commessa in circostanze aggravanti, come l’uso di mezzi sofisticati o a danno di soggetti particolarmente vulnerabili, la pena può arrivare fino a 5 anni di reclusione e una multa fino a 1.549 euro.
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Aggravanti:

Alcuni esempi di truffa aggravata includono:

  • Se viene commessa in danno dello Stato o di enti pubblici.
  • Se è rivolta a soggetti particolarmente vulnerabili (minori o anziani).
  • Se è commessa sfruttando situazioni di emergenza o calamità.

Il reato di truffa può essere oggetto di querela da parte della vittima, ma in certi casi, come quelli con circostanze aggravanti, può procedere anche d’ufficio.

artefizi e raggiri del reato di truffa

Gli artifizi e raggiri sono due elementi essenziali del reato di truffa e rappresentano i mezzi fraudolenti con cui il truffatore induce la vittima in errore. Vediamo nel dettaglio cosa si intende per ciascuno di essi:

Artifizi

Gli artifizi sono mezzi o comportamenti che creano una rappresentazione falsificata della realtà. Si tratta di vere e proprie manipolazioni dei fatti che inducono la vittima a credere che una situazione sia diversa da quella reale.

Esempi di artifizi:

  • Falsificazioni materiali: contraffare documenti, contratti, firme.
  • Simulazioni: creare una falsa realtà, come una finzione di malattia per ottenere benefici.
  • Alterazione di oggetti o situazioni: presentare un bene di valore falsamente elevato (es. gioielli falsi spacciati per veri).

Raggiri

I raggiri, invece, sono comportamenti basati sull’inganno verbale o comportamentale che sfruttano la fiducia o la buona fede della vittima. Sono spesso caratterizzati da bugie, omissioni o esagerazioni che portano l’individuo a credere in una situazione che non esiste.

Esempi di raggiri:

  • Promesse ingannevoli: far credere alla vittima di poter ottenere un vantaggio economico o un bene che, in realtà, non esiste (ad esempio vendere un immobile che non si possiede).
  • Dichiarazioni false: far credere alla vittima di poter ottenere un servizio che non verrà mai fornito.
  • Omissione di informazioni rilevanti: nascondere particolari importanti che, se conosciuti, avrebbero evitato alla vittima di cadere nel tranello.

Differenza tra artifizi e raggiri

  • Gli artifizi riguardano la creazione di una falsa realtà concreta (attraverso oggetti o situazioni), mentre i raggiri si basano più su un inganno verbale o su un comportamento falsato.

Entrambi gli elementi devono essere tali da indurre in errore la vittima e convincerla ad agire in modo contrario ai propri interessi economici, favorendo così il profitto del truffatore.

danno patrimoniale nella truffa

Il danno patrimoniale è un elemento essenziale del reato di truffa, ed è la conseguenza diretta dell’inganno subito dalla vittima. Si tratta di una perdita economica o un pregiudizio subito dalla persona truffata a causa degli artifizi o raggiri messi in atto dal truffatore.

Caratteristiche del danno patrimoniale nella truffa:

  1. Perdita economica effettiva: La vittima subisce una diminuzione del proprio patrimonio, ad esempio pagando per un bene o servizio che non riceve, o investendo in qualcosa che si rivela inesistente.
    • Esempio: una persona paga per un appartamento che si scopre essere già venduto a qualcun altro o inesistente.
  2. Svantaggio patrimoniale: Non sempre il danno si traduce in una perdita di denaro diretta; può trattarsi anche di uno svantaggio economico, come firmare un contratto svantaggioso indotto da un raggiro.
    • Esempio: firmare un contratto di prestito con condizioni particolarmente sfavorevoli per la vittima, indotta a crederlo vantaggioso.
  3. Ingiusto profitto del truffatore: Il danno patrimoniale è strettamente collegato all’ingiusto profitto che il truffatore ottiene. In altre parole, il truffatore si arricchisce (o ottiene un vantaggio) a scapito della vittima.
    • Esempio: il truffatore vende un prodotto inesistente e incassa il denaro senza fornire nulla in cambio.
  4. Non sempre deve essere immediato: Il danno patrimoniale può anche verificarsi nel tempo. Ad esempio, può trattarsi di una serie di piccoli versamenti di denaro che, alla fine, comportano una perdita economica significativa.
    • Esempio: truffe su investimenti fittizi, in cui la vittima versa piccole somme per un periodo lungo, per poi scoprire che non esiste alcun rendimento reale.

Relazione con il reato di truffa

Per configurare il reato di truffa, il danno patrimoniale deve essere conseguenza diretta dell’inganno perpetrato dal truffatore. Non è sufficiente un tentativo di truffa o la semplice induzione in errore: la vittima deve subire un danno concreto che altera il suo patrimonio.

Se non vi è alcun danno patrimoniale effettivo, non si può parlare di truffa consumata, ma eventualmente di tentata truffa, che è comunque punibile secondo il Codice Penale (art. 56 c.p.).

reato di truffa giurisprudenza

La giurisprudenza italiana ha sviluppato una vasta casistica sul reato di truffa (art. 640 del Codice Penale), chiarendo alcuni aspetti fondamentali riguardanti gli elementi costitutivi, l’inganno e il danno patrimoniale, nonché le aggravanti. Ecco alcuni punti salienti della giurisprudenza sul reato di truffa:

  1. Artifizi e raggiri: soglia di inganno

La giurisprudenza ha precisato che gli artifizi e raggiri non devono essere necessariamente sofisticati o estremamente complessi, ma devono essere tali da indurre in errore la persona media. Tuttavia, non è sufficiente una semplice menzogna o dichiarazione non veritiera: devono esserci atti fraudolenti concreti che portino all’errore.

  • Cassazione Penale, Sez. II, Sentenza n. 16176/2017: È stato stabilito che la truffa può essere configurata anche quando l’inganno è stato attuato con mezzi semplici, purché sufficienti a trarre in errore la vittima, la quale non deve essere necessariamente né particolarmente accorta né maldestra.
  1. Induzione in errore e buona fede

Secondo la giurisprudenza, l’induzione in errore deve colpire la buona fede della vittima. Se quest’ultima non avrebbe mai compiuto un determinato atto senza la presenza degli artifizi o raggiri, il reato di truffa è configurato.

  • Cassazione Penale, Sez. II, Sentenza n. 38946/2018: È stato confermato che l’induzione in errore costituisce un elemento cardine per la configurazione del reato di truffa, essendo necessaria una manipolazione tale da alterare la percezione della vittima.
  1. Danno patrimoniale

La giurisprudenza ha chiarito che il danno patrimoniale deve essere concreto e non semplicemente potenziale. La truffa si configura solo quando la vittima subisce una perdita patrimoniale effettiva, sia essa immediata o differita nel tempo.

  • Cassazione Penale, Sez. II, Sentenza n. 3132/2019: È stato stabilito che il danno patrimoniale può anche non essere diretto e immediato, ma deve essere comunque concretamente accertabile, ovvero deve comportare una diminuzione della sfera patrimoniale della vittima.
  1. Truffa aggravata

La truffa aggravata è un caso di particolare interesse giurisprudenziale. Ad esempio, se la truffa è commessa a danno dello Stato, di enti pubblici o se la vittima è una persona particolarmente vulnerabile, come un minore o un anziano, la pena è aggravata.

  • Cassazione Penale, Sez. II, Sentenza n. 43671/2016: In un caso di truffa aggravata ai danni di un ente pubblico, è stato chiarito che l’aggravante si applica anche quando l’ente non subisce un danno patrimoniale diretto, ma risulta comunque coinvolto a causa del reato.
  1. Truffa contrattuale

La truffa contrattuale si verifica quando una parte del contratto, mediante artifizi o raggiri, induce l’altra a concludere un contratto svantaggioso. La giurisprudenza ha ribadito che per configurare la truffa contrattuale, è necessario dimostrare che l’inganno abbia alterato la volontà della parte lesa al momento della stipula del contratto.

  • Cassazione Penale, Sez. II, Sentenza n. 40256/2019: È stato stabilito che la truffa contrattuale si configura quando la parte truffata è indotta a sottoscrivere un contratto basato su presupposti ingannevoli che, se conosciuti, avrebbero impedito la conclusione dell’accordo.
  1. Tentata truffa

Non è necessario che il danno patrimoniale si realizzi effettivamente per configurare il reato di truffa. Se l’inganno è stato posto in essere, ma non ha avuto successo, si configura il reato di tentata truffa.

  • Cassazione Penale, Sez. II, Sentenza n. 33745/2013: In questo caso, la Corte ha sottolineato che anche se l’azione truffaldina non si è tradotta in un danno patrimoniale concreto per la vittima, il tentativo di truffa è punibile, purché vi sia stato un inizio di esecuzione dell’inganno.
  1. Truffa e responsabilità penale

La giurisprudenza ha chiarito che la responsabilità penale per truffa può ricadere anche su più persone se l’inganno è frutto di una cooperazione o concorso tra più soggetti.

  • Cassazione Penale, Sez. VI, Sentenza n. 2365/2014: La Corte ha precisato che, in presenza di più persone coinvolte nella truffa, è possibile il concorso di persone nel reato, a patto che ciascun soggetto abbia contribuito in modo determinante alla realizzazione dell’inganno e del conseguente danno.

Conclusioni

La giurisprudenza ha svolto un ruolo chiave nel delineare i contorni del reato di truffa, chiarendo che gli artifizi e i raggiri devono essere sufficientemente incisivi da ingannare la vittima, la quale deve subire un danno patrimoniale effettivo. La giurisprudenza ha inoltre esteso la portata del reato, includendo anche la truffa contrattuale e quella aggravata, garantendo una tutela sempre maggiore per le vittime.